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mercoledì 27 febbraio 2013

Venghi avanti dottò


Esistono avvocati ai quali non faremmo neanche scrivere una lettera di protesta, architetti a cui non affideremmo neanche l’arredamento di una cantina, medici a cui non ci faremmo neanche tagliare le unghie, ingegneri da cui non faremmo progettare neanche un triciclo a pedali, politici a cui… no, questa è facile.

Però del chimico, del biologo, del farmacista non si dubita mai.

Basta che uno dica “perché io sono un chimico (o biologo o farmacista )” e tutti a pendere dalle sue labbra.


A dire il vero, in Italia basta dire sono dottore, ma in Italia siamo tutti dottori, infatti le PiccoleChimiche il titolo non lo usano mai, meglio signora, visto che ne sono rimaste poche in questo mondo di dottori, e dottori si diventa ma signori si nasce.
Questi dottori vengono però visti, a volte, come dei depositari del verbo, su alcuni argomenti, da coloro che hanno una cultura e una preparazione inerenti campi diversi.

Non è così.

Non è così neanche se sono persone note, anche al di fuori del settore.
Non è affatto detto che la notorietà si accompagni per forza alla capacità, alla conoscenza e alla competenza.

Nicholas Cage è noto, probabilmente a un party attrarrebbe tanta gente perché è noto e la gente si sentirebbe gratificata di poter scambiare due parole con lui, magari anche solo un ciao, come va?.

Ma è anche un bravo attore? Noooo, è un cane, ha l’espressività delle facce del Monte Rushmore.
Però è noto.
Si va vedere un suo film perché attrae il regista, la sua partner, la trama, magari anche per vedere come faccia per due ore a mantenere la stessa espressione, ma non per le sue doti di attore.

Per capire come si possa diventare dei guru di pensiero, di opinione, stimati e rispettati, basta guardare il film “Oltre il giardino” con Peter Sellers.
Edificante.

Questi dottori sono dei laureati come tanti altri professionisti, né più né meno.

E la loro laurea non è né garanzia di competenza né di infallibilità.

Dietro alla laurea c’è una persona con le sue passioni, amori, odi, conoscenze, diffidenze, lacune: può cercare di essere obiettiva, e non farsi influenzare da convinzioni personali o pregiudizi, ma è sempre una persona con un animo umano. Che, proprio per questo, non ammetterà mai di non sapere qualcosa sulla sua disciplina. E soprattutto a volte guarda con diffidenza qualcosa di cui sente parlare per la prima volta solo perché non l’ha scoperto lui o non ne parla lui per primo.

Non è affatto detto che un biologo, che non ha mai fatto un cosmetico, sul cosmetico sappia tutto solo perché è un biologo.
Potrà sapere tutto sulla microbiologia di un prodotto, potrà sapere tutto sulle interazioni di membrana, ma, a meno che non abbia studiato cosmetologia e abbia poi fatto esperienza “sul campo” e per un bel po’ di tempo, non saprà certo formulare un bagnoschiuma per bambini.
E quindi la sua opinioni su un bagnoschiuma per bambini vale quanto quella di un avvocato (un po’ di più, ma non molto).

In poche parole, non è detto che chi abbia una laurea specifica, su quell’argomento sappia tutto ma proprio tutto: non è possibile. Non è umanamente possibile.

E anche dei cosmetologi, a volte, bisogna prendere le misure.
Non è detto che uno specialista in cosmetologia che si è laureato con Giulio Cesare, specializzato con Napoleone e poi abbia fatto l’informatore farmaceutico per 30 anni, sappia fare, OGGI, un cosmetico valido.

Quindi, di fronte a proclami di “esperti” espressi come inconfutabili verità (è di moda definire uno esperto, il nonno delle PiccoleChimiche diceva che bisogna diffidare degli esperti, saggezza antica), meglio il professionista che con un po’ di umiltà ammetta di non sapere tutto e che quindi cerca di approfondire le sue conoscenze per rispondere alle domande o per risolvere un problema, o per fare qualcosa che aiuti l’interlocutore.
Meglio che dica con chiarezza questo non lo so, questo non me lo ricordo, mi informo con chi potrebbe sapere di più su questo specifico argomento.

L’esperto non lo riconoscerà mai, anzi premetterà sempre con finta umiltà “io da dottore in...” giusto per ricordare che lui è dottore.

Le PiccoleChimiche no, non sono note, sono un po’ conosciute nell’ambiente, ma sono delle laureate come milioni di altri, né migliori né peggiori, alcuni esami li hanno sostenuti con entusiasmo e successo facile, altri come un peso e una profonda antipatia per la materia e, una volta superato l’esame, si sono ben guardate dal riprendere il libro, un po’ come i Promessi Sposi.

Quando si sentono definire “esperte” da qualcuno, rabbrividiscono un po’.
Preferiscono competenti con limiti (tendenti all’infinito).





3 commenti:

  1. ragazze, ma è veramente bello quel'che avete scritto. condivido in pieno il vostro pensiero.
    con un solo unico disaccordo: non mi toccate Nicholas Cage :-)

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  2. Siete una scoperta piacevole e utile, e queste parole mi aiutano a cercare di capire cosa voglio diventare dopo una laurea in chimica desiderata ma diventata un po' stretta per il fatto che è difficile trovare un lavoro in cui posso sfruttare a pieno quello che ho appreso e insieme poter imparare tutto quello che mi manca. E so per esempio che con la mia laurea posso comprendere meglio di altri certi funzionamenti dei cosmetici, ma non posso di sicuro dichiararmi esperta in cosmetici solo perchè so cos'è l'EDTA..di solito non amo chi si vanta di essere esperto in qualcosa, non si può fisicamente conoscere tutto, diverso è informarsi ed essere sempre curiosi che porta a imparare e conoscere, ma non ci si ferma mai sulle proprie conoscenze. Vi rigrazio per questo blog interessante che seguirò volentieri e spero aumenterà le mie conoscenze e il mio interesse verso i cosmetici, e devo ammetterlo, adoro le frasi matematicamente ironiche!
    Helena

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    1. Carissima Helena, le PC, che non sono giovanissime, hanno imparato che l 'umiltà e la curiosità sono i veri ingredienti per imparare e progredire.

      Se stai frequentando (o ha già concluso) l'università in Italia ti sarai resa conto che purtroppo è lontanissima dal mondo del lavoro: si impara una montagna di teoria, poca pratica e anche la poca pratica non è quella che poi si applica in un'azienda. Però è una base culturale importante per poter approfondire in settori che ti interessano. Non sentirti frustrata, perchè qualunque lavoro tu farai, non applicherai tutto quello che hai appreso (difficilmente avrai un incontro ravvicinato con un Grignard, o ti troverai a sintetizzare un antibiotico partendo dall'acetilene o, neppure, ti sollazzerai con il teorema di Rolle), però avrai la forma mentale per affrontare tutto ciò con cui la professione ti chiederà di misurarti.

      Questo blog forse non ti insegnerà le tecniche cosmetiche, ma di sicuro ti sarà di aiuto per capire quello gira intorno ad un cosmetico e al suo universo. Nel bene e nel male.

      La prima regola per fare bene le cose serie è non prendersi mai sul serio. In effetti questo le PC lo sanno fare benissimo.

      Continua a leggerci, ci farà molto piacere.
      PC

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