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lunedì 25 novembre 2013

Ipoallergenico non vuol dire anallergico

Abbiamo parlato di cosmetovigilanza, e abbiamo visto che è importante non sottovalutare qualunque segnalazione ci venga riportata.
Cerchiamo di capire cosa è l'allergia.

Allergia deriva da due parole greche: allos che significa diversoergon che significa effetto.
Sensibilizzazione, invece, significa essere venuti a contatto con qualcosa che ha provocato una reazione "di fastidio", ed è il primo episodio che poi porterà all'allergia verso quel dato qualcosa.

Quando si parla di allergia si intende perciò la reattività spontanea ed esagerata dell’organismo del soggetto allergico a particolari sostanze, che risultano invece innocue nell’80% della popolazione.

I termini ipersensibilità ed allergia sono comunemente usati come sinonimi (non è proprio così, ma non cerchiamo il pelo nell'uovo).

Le allergie sono malattie atopiche la cui caratteristica è la presenza di una particolare classe di anticorpi specifici (IgE, immunoglobuline E). Per "atopia" si intende la tendenza ereditaria alla reazione di ipersensibilità immediata da anticorpi IgE.
Chi è allergico alle graminacee ha, plausibilmente, un genitore o un figlio allergico alle graminacee, o anche ad altro.
Cioè, chi è allergico a qualcosa, ha un consanguineo allergico alla stessa categoria di sostanze o ad altra, ma in comune hanno la medesima reazione producendo una quantità spropositata di IgE.

L’individuo allergico, quando viene a contatto con determinate sostanze innocue per altri individui, sviluppa una risposta immunitaria abnorme.
Le sostanze in grado di stimolare la reazione allergica vengono dette allergeni.
L’allergene è infatti considerata una sostanza dotata di potere antigene, cioè tale da provocare la produzione di anticorpi quando entra nell’organismo.

I meccanismi d’azione della reazione allergica sono complessi.
Semplificando, si può dire che la prima esposizione ad un allergene causa una modesta reazione: l’allergene viene riconosciuto come estraneo dall’organismo che, attraverso una catena di meccanismi induce una categoria di linfociti a produrre anticorpi specifici appartenenti alla classe delle immunoglobuline IgE.
Questa fase viene detta di sensibilizzazione.

Il sistema immunitario ha la caratteristica di possedere una memoria. Ad una successiva esposizione, anche dopo anni, si manifesta l'allergia vera e propria: l’allergene si lega agli anticorpi e viene indotto il rilascio di mediatori chimici in risposta, tra i quali l’istamina.

L’istamina è la sostanza responsabile della caratteristica reazione allergica che si manifesta con una sequenza di sintomi :
  • vasodilatazione
  • aumento della permeabilità dei vasi, che si manifesta clinicamente con l’arrossamento della cute
  • il pomfo (rilievo cutaneo arrossato e pruriginoso)
  • la reazione pruriginosa
Quindi quando si viene a contatto con qualcosa che provoca allergia, le manifestazioni sono sempre più o meno le medesime.
La popolazione attuale, soprattutto quella che vive nei Paesi industrializzati, è sempre più allergica a sempre più sostanze.
I meno giovani fra voi ricorderanno che fra i loro compagni di classe erano pochissimi quelli che non potevano mangiare le uova, il latte, i farinacei, o che a primavera starnutivano e avevano attacchi di asma.
E avranno invece notato che, fra gli amichetti dei loro figli, i bambini allergici a questo o a quello sono tanti, sempre di più.
Le allergie, anche alle sostanze ipoteticamente meno sensibilizzanti, sono in costante aumento.


Naturalmente anche i cosmetici possono contribuire a scatenare reazioni allergiche.

Il legislatore ha identificato 26 sostanze, fra quelle contenute nei cosmetici, o meglio, negli ingredienti che possono comporre un cosmetico, che sono causa con maggior frequenza di sensibilizzazioni e quindi di allergie. Tanto che vanno riportate in etichetta.

Così come il fatto che ci siano queste sostanze non dà di per sé la certezza di provocare una reazione a tutti, ma solo a coloro che sanno di essere allergici ad una o più di queste sostanze, così il fatto che in un prodotto non ci siano queste 26 sostanze non significa affatto che un prodotto non dia a nessuno nessuna reazione.

Significa solo che non ci sono le sostanze che provocano reazione con maggior frequenza.
Ma ce ne sono altre che, magari statisticamente, sono state ritenute o irrilevanti o limitate per numero e frequenza di casi.

Ma ci possono essere, forse ci sono.

Per cui, quando un prodotto è aromatizzato con un profumo definito IPA (ipoallergenico) significa che non contiene i 26 allergeni più "a rischio". Ma può contenerne altri.
Ed è quindi probabile che esista qualcuno che è allergico ad uno dei componenti del profumo che non è riportato nella lista dei 26.

Per questo definire un cosmetico anallergico è un azzardo. E' un falso, potremmo addirittura dire.
Perchè non c'è nessuna certezza che nessuno al mondo, in un momento della sua vita, non manifesti una reazione al prodotto, benchè esente dagli allergeni riconosciuti come tali.

Determina una granitica certezza che nessuno può avere.
Per cui, vorremmo non leggere mai più, accanto ad un cosmetico, lo slogan "anallergico".










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