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lunedì 2 settembre 2013

Colpi bassi

Mentre le PiccoleChimiche e tanti poveri cristi come loro cercano di informarsi sulle regole, di imparare le regole, di applicare le regole, spedendo soldi, energie, tempo e nervi, e facendo anche opera di "educazione" presso i loro clienti al fine di far capire che se le regole ci sono, si seguono e basta, scopriamo che esistono comportamenti poco etici.



Se è vero come è vero che il nuovo regolamento ha creato comportamenti ambigui, giocando sulla non conoscenza da parte di molti, scopriamo che esiste anche chi, pur conoscendo benissimo le regole, ha deciso di non seguirle.

Non siamo sorprese più di tanto, in effetti, visti i tempi magri e le esperienze già vissute.
Però francamente non ci aspettavamo che questi comportamenti venissero anche sbandierati come un merito, tantomeno da aziende che o hanno fatto dell'etica -che non è variabile dipendente- una bandiera o hanno comunque accumulato negli anni una reputazione di serietà e affidabilità.

Questo no, proprio non ce lo aspettavamo.

Come è ormai noto le PiccoleChimiche producono cosmetici per sé ma anche per altri. Non producono proprio tutta la gamma possibile di cosmetici, per cui se un loro cliente vuole un prodotto che esula dalle loro gamme, deve rivolgersi ad un altro terzista.

Mentre dunque le PiccoleChimiche cercano di far capire al loro cliente che è un fabbricante e quindi deve applicare le nuove regole, spiegando cosa queste implichino, cosa si deve fare per essere conformi e i costi da affrontare per tutto questo, lo stesso cliente racconta che l'altro fornitore ha detto chiaramente che se ne guarda bene dall'ottemperare al regolamento.

Detto così, piatto piatto. Senza scuse, senza giri di parole, senza temporeggiare, senza neanche far credere che si sta attrezzando, che è un po' in ritardo (lo siamo praticamente tutti, per alcuni aspetti più impegnativi).
No. Dice proprio che costa troppo. Non ha tempo. Non gli interessa. Il suo prodotto andava bene prima e va bene adesso. Verissimo, ma se le regole cambiano, anche se in modo ottuso, sono regole e si seguono.

Cosa significa questo? Che fa concorrenza sleale.
Come chi fa lavorare in nero ed evade tasse e contributi, come chi non applica la legge di sicurezza dei lavoratori e risparmia in formazione e tutele, come chi butta i rifiuti industriali dove non dovrebbe anzichè pagare lo smaltitore, come chi..... come chi dice che il suo prodotto è conforme alle leggi vigenti.
E non lo è.

Questo non vuol dire che il suo prodotto sia mal fatto, o abbia qualcosa che non va.

Però.

Però, se uno non segue le regole per alcuni adempimenti, è legittimo chiedersi se per il resto le segua.
Chiedersi se davvero fa il prodotto seguendo almeno le regole relative al prodotto, se l'etichetta è regolare, cioè se quello che dichiara è poi così davvero.

In poche parole, chi decide, e te lo dice, di NON seguire alcune regole che fiducia può dare relativamente al fatto che segua le altre?

Nel frattempo le PiccoleChimiche raccolgono da terra le braccia che sono miseramente cadute nell'apprendere queste cose e si domandano: ma se noi abbiamo questa notizia riguardo ad un produttore (fra l'altro ben noto ed apprezzato, non un sottoscalista ignoto), è solo lui che ha deciso di tenere tale comportamento, o ce ne sono (tanti) altri, che oltre a tutto non lo ammettono, ma anzi fanno credere che facciano tutto conformemente e poi non è vero?

Oltre a ciò, questi comportamenti possono anche creare dei dubbi nel cliente: ma se lui se ne frega, perchè le PiccoleChimiche si stanno dannando per applicare il regolamento? Non è che sono un po' stupide?

Beh, ecco...

No, non sono stupide.

Basta ricordare al cliente che se è fabbricante e persona responsabile del prodotto, le inottemperanze del suo fornitore ricadono sulle sue spalle.

Quindi poi, in caso di controlli, non potrà far finta di aver verificato che il fornitore sia stato bravo a seguire le regole e poi non è vero.
Questo valeva prima, quando stava al fornitore impegnarsi a seguire le regole, e se poi non lo faceva erano cavoli suoi.
Adesso no. Sono brassiche del cliente.
Che quindi è meglio che rifletta bene sulle conseguenze delle sue scelte.





3 commenti:

  1. ciao ragazze
    il vostro blog è davvero interessante e vi ringrazio per il tempo che gli dedicate.
    tante, troppe volte ci troviamo ad affrontare i vostri stessi problemi, ai quali spesso come voi NON troviamo soluzione, se non quella di abbandonare la stretta strada della legalità e della correttezza. cosa che non faremo mai.
    il nostro mondo di terzisti della cosmetica sta diventando sempre più, permettetemi il termine e nel massimo rispetto di tutti, un PUTTANAIO, e le nuove regole in vigore dal luglio 2013 non hanno fatto altro che aumentare la confusione generale e la distanza fra chi le vuole rispettare e chi invece se ne frega.
    sarebbe bene cominciare a fare nomi e cognomi di questi pirati che con i loro comportamenti rovinano un intero settore.
    un caro saluto,
    roberto

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    1. Roberto,consoliamoci a vicenda. Chi nasce onesto muore fesso, dicono. Noi avremo sulla lapide Fessa1 e Fessa2.
      La tentazione di fare nomi e cognomi è forte, ma non è nè corretto, nè professionale.
      Ci limitiamo a riportare storie ed esperienze per segnalare situazioni. Siamo n po' paraboliche, diciamo.

      Siamo anche delle illuse, noi ci illudiamo che chi lavora bene verrà primo o poi premiato. Fin'ora abbiamo visto il contrario, ma rimaniamo delle (più o meno) pure.
      Se vuoi possiamo asciugarci le lacrime in privato piccolechimicheATgmail.com.

      Ricambiamo il saluto
      PC

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    2. buongiorno ragazze
      accolgo il vostro invito con piacere. a presto contatti in pvt
      buon lavoro
      rob

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