Pagine

domenica 1 novembre 2015

Alcolisti anonimi

Gli alcoli sono una grande famiglia di composti organici, caratterizzata dalla presenza di un gruppo ossidrile (-OH).


Nella nomenclatura IUPAC si definiscono con la desinenza -olo (metanolo, propanolo, fenolo) oppure alcol qualcosa-ilico: alcol etilico, propilico, benzilico.

Gli alcoli sono innumerevoli e con innumerevoli funzioni, alcuni li incontrate spesso nella lista degli ingredienti dei vostri cosmetici: alcol cetilico, alcol cetilstearilico, glicerina (ebbene si, è un tri-alcol, cioè ha 3 ossidrili e infatti si chiama anche glicerolo).

Poi c'è LUI, l'alcol per definizione: l'alcol etilico o etanolo.
È quello che smacchia, sgrassa, disinfetta e sbronza.
Sempre lui.
Che sia quello rosa e sgradevole che avete nel sottolavello o quello incolore detto Buon Gusto che usate per farvi il nocino (e che si mette nei cosmetici).
Entrambi sono etanolo o alcol etilico che dir si voglia.

Perché uno ha un cattivo odore e l'altro è chiamato addirittura Buon Gusto? E perché uno lo bevo e lo metto nei cosmetici e l'altro no?
Ma, soprattutto, perché quello rosa costa 2 euro al litro e il Buon Gusto ne costa 10-12? Non sono entrambi la stessa cosa? Non sono entrambi alcol etilico?
Si e no.

L'alcol rosa si chiama in effetti alcol denaturato. La denaturazione è un processo di additivazione di una sostanza, generalmente tossica oltre che di sapore orribile, con lo scopo di rendere imbevibile l'alcol. Viene poi colorato di rosa per renderlo identificabile. Il processo di denaturazione è regolato per legge secondo quanto riportato in Gazzetta Ufficiale.

Ufficialmente la denaturazione avrebbe il fine di contenere l'abuso di alcol, ma in realtà è solo ai fini fiscali.
L'etanolo è tassato in tutta Europa.
In Italia è tassato tanto.

Siccome però l'alcol ha anche scopi industriali essendo un buon solvente, e non potendo far pagare all'industria un litro 10 euro, questo viene denaturato e usufruisce dell'esenzione dall'accisa (l'imposta).
Perciò può avere usi limitati: per il limoncello e conservare la crema si usa il Buon Gusto tartassato delle accise.

Un'industria che vuole usare l'alcol nei suoi prodotti, alimentari o cosmetici, ma anche un bar o un ristorante, deve avere la licenza UTIF rilasciata dall'ufficio delle Dogane e registrare sull'apposito registro il volume di alcol in entrata e uscita al fine di determinare la tassazione.
Che in Italia, manco a dirlo, è tra le più alte del mondo.

Questo spiega perché l'industria cosmetica tedesca utilizza a piene mani l'etanolo (dal banalissimo INCI  alchol, fuorviante, dovrebbe essere ethanol) per conservare i suoi prodotti mentre quella Italiana molto meno o quasi per niente.
Solo ed esclusivamente per una ragione economica e burocratica.

L'alcol conserva bene, è infatti un efficace disinfettante perché è un buon battericida, purché ne venga usata una quantità abbastanza importante, infatti è spesso nei "posti alti" della lista degli ingredienti.

Non crea problemi alla pelle, salvo sensibilizzazioni soggettive, perché evapora velocemente una volta applicato e la sua azione un po' disseccante viene compensata in formula con umettanti adeguati.

Infine, cosa da non sottovalutare per ragioni di marketing, non è nell'allegato e quindi il prodotto che lo contiene si può fregiare della dicitura (falsa) non contiene conservanti, anche se ne contiene uno dei più potenti.

L'alcol è una sostanza naturale? Certamente sì: fin dalla preistoria si beveva birra, prodotto della fermentazione di cereali.

Un procedimento per ottenere l' etanolo è la fermentazione alcolica del glucosio, in assenza di ossigeno, con formazione di alcol etilico ed anidride carbonica, come descritto da Guy-Lussac.

Naturalmente esistono anche metodi di sintesi, tutti abbastanza semplici.

Ma che sia di origini naturali o sintetiche, etanolo sempre è, e quindi la tassazione è sempre la stessa.

Rifiutare un cosmetico perché contiene alcol, ha un senso? Onestamente no.

Ritenere un cosmetico conservato con alcol migliore di altri, ha un senso? Onestamente no, bisogna ben valutare quali sono i conservanti dell'altro prodotto.

Portare in palmo di mano l'industria tedesca perché conserva con l'etanolo e denigrare quella italiana perché non lo fa, ha un senso? No, se si confrontano le accise nei due Paesi.

Perché, tanto, alla fine quello che conta è un prodotto ben fatto, che faccia quel che dice, e che sia sicuro dal punto di vista microbiologico.




Nessun commento:

Posta un commento