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venerdì 20 febbraio 2015

Chi si loda (male) si imbroda (peggio)

Vi abbiamo detto e ripetuto che sono da evitare le affermazioni fuorvianti e quali esse siano.
Sapete benissimo che ci sono tantissimi che continuano comunque a dire e scrivere stupidaggini.
Adesso abbiamo scoperto un altro modo per imbrodarsi (dal detto "chi si loda si imbroda").


Poichè non basta più dire noi non testiamo su animali, noi non usiamo i parabeni, noi non usiamo i siliconi, o peggio ancora usiamo solo attivi al 100%.



No, adesso si strombazza che il proprio prodotto è stato valutato sicuro come da regolamento.

Sì, avete capito bene: c'è chi sul suo sito afferma che il suo prodotto è stato valutato sicuro.

Come se gli altri immettessero sul mercato prodotti allo sbaraglio e poi stessero a vedere se a qualcuno succede qualcosa. 

Al solito, non facciamo nomi. Forse dovremmo perdere questa elegante abitudine, ma per ora proseguiamo così.

E allora, al solito, copiamo e incolliamo dal sito dell'azienda:

"Tutti i nostri prodotti possiedono le certificazioni necessarie (patch test e dossier cosmetologico) per assicurare alle nostre clienti prodotti naturali e di qualità.
Il dossier è composto da: la formula qualitativa e quantitativa del prodotto, le caratteristiche fisico-chimiche e microbiologiche sia delle singole componenti, sia del prodotto finito, il metodo di fabbricazione, i dati sulla valutazione di sicurezza del prodotto, le prove degli effetti vantati e i dati empirici su eventuali effetti indesiderati per la salute, provocati dall’utilizzo del prodotto cosmetico.
Tutte le erbe e miscele sono state analizzate nel loro contenuto al fine di garantire la completa assenza di metalli pesanti aggiunti alle polveri d’erbe.
Tutti i prodotti sono passati al vaglio di attenti controlli di resistenza al tempo (per certificarne il PAO – Period After Opening). Tutte le erbe e miscele sono state valutate nella loro stabilità chimica e microbiologica attraverso test direttamente sul prodotto, dopo invecchiamento accelerato per la durata di 4 mesi. Tali esami, comprendono i test chimico-fisici e microbiologici predittivi ed in uso, la ricerca di patogeni e in “Use Test” (saggio basato sulla simulazione di un uso ripetuto del prodotto finito, da cui desumere la capacità del prodotto in oggetto di resistere all’inquinamento microbiologico indotto da parte dell’utente o dal contatto occasionale con agenti esterni).
Il laboratorio incaricato ha ottenuto e valutato le informazioni del fabbricante, vale a dire gli elementi fisico-chimici e tossicologici relativi alla materia prima e al prodotto finito insieme alla valutazione della formula del livello di esposizione da parte del consumatore del prodotto e le precauzioni per l’uso e le avvertenze che obbligatoriamente ha riportato sull’etichetta. Considerando tutte queste informazioni l’esito è stato positivo: nessun danno alla salute dell’uomo nelle condizioni di uso che possono essere ragionevolmente previste."

Quello che definiscono il dossier cosmetologico dovrebbe essere il PIF completo di relazione sulla valutazione di sicurezza.
Lo scopo del PIF, ormai lo sapete bene, è quello di immettere sul mercato un prodotto ritenuto sicuro nelle normali e prevedibili modalità d'uso. Ritenuto sicuro PRIMA di essere immesso sul mercato.
Se non è valutato sicuro, non si può immettere sul mercato.
Punto e stop.

Questo megaspot su quanto siamo bravi noi che facciamo tutto questo, non è altro che strombazzare quello che tutti fanno, quello che tutti DEVONO (dovrebbero) fare.

Test di stabilità, la determinazione del PAO, tutto questo bell'elenco di cose che si vantano di aver fatto non è altro che l'elenco riportato nell'articolo del regolamento relativo al PIF "il PIF deve contenere tutte le informazioni ecc. ecc." e che applichiamo tutti.

Cosa vuol dire "abbiamo fatto i patch test e il dossier per assicurare prodotti naturali e di qualità"?
Si fanno i patch test e i PIF per garantire prodotti SICURI, che con il naturale e la qualità hanno poco a che spartire: posso avere un prodotto naturale e di qualità che però non è affatto sicuro, posso avere un prodotto mediocre che però è sicuro anche se utilizzato a vagonate.

Cosa vuol dire "garantire la completa assenza di metalli pesanti aggiunti alle polveri d’erbe" quando è risaputo che i metalli pesanti sono vietati, ma tollerati come tracce inevitabili? E che la completa assenza è impossibile?
Sul sito si trovano anche i patch test: li hanno fatti veramente, almeno per una categoria dei loro prodotti, le miscele di erbe.

Viene anche pubblicato uno di quelli che loro definiscono il Dossier Cosmetico: a parte il fatto che il documento DEVE comunque essere redatto e che il fatto di pubblicarlo non ti fa essere migliore di altri, la lettura del documento ci ha lasciato un po' di perplessità.

A nostro modesto parere non è conforme.

Non c'è la formula quali quantitativa.
Gli ingredienti non sono identificati con tutti i loro dati, incluso numero CAS (Einecs se esiste), funzione prevista.
Non importa se è una miscela di erbe: qualcuno questa miscela l'ha fatta e con determinate %.
Non vuoi pubblicare la formula quali-quantitativa? Benissimo, nessuno ti obbliga a pubblicare il documento.
Inutile che ti dilunghi per 6 pagine per descrivere il metodo di analisi microbiologica, ci sono degli standard precisi, il PIF richiede solo il risultato. Se poi il risultato fosse confermato da un challenge test anziché dalla descrizione della procedura secondo farmacopea...

Manca la compatibilità prodotto/contenitore, mancano le informazioni sul materiale di imballaggio.
Manca la dichiarazione di aver o meno commissionato test su animali per gli ingredienti
Manca la normale e prevedibile modalità d'uso
Manca l'indicazione della diluizione con una prevedibile quantità di acqua.
Manca il livello di esposizione con il calcolo della quantità di prodotto utilizzato, la sede di applicazione, la superficie esposta, il coefficiente di assorbimento, la specifica se si tratta un prodotto da risciacquo o no.
Manca il target di popolazione esposta che ti esime dal fare le valutazioni per eventuale uso su bambini o adolescenti, e quindi puoi limitarti a calcolare il MoS per un peso di 60 kg e non anche per i 12 kg.
Manca il MoS (margin of safety), appunto.
Mancano i NOAEL degli ingredienti e relative fonti bibilografiche e, in caso non si fossero trovati, quali sono stati i parametri tossicologici considerati.
Manca la convalida che l'etichetta del prodotto sia conforme. Non basta riportare come dovrebbe essere un'etichetta. 
Manca la lista INCI secondo regolamento così come la leggerà il consumatore.

Non importa che ci siano i patch test: questi possono solo essere di ausilio e conferma della sicurezza, non sostituiscono l'analisi delle informazioni.

Intendiamoci: si può pubblicare, volendo, solo la parte della conclusione del valutatore, senza tutto il resto del documento. Veramente non si è obbligati a pubblicare niente.
Ma se pubblichi un documento in cui per 6 pagine mi spieghi come fai la verifica dell'assenza di Pseudomonas, allora mi pubblichi tutto, anche tutte le tabelle di calcolo, i grafici e i risultati del MoS ecc ecc.

Se no, ripetiamo, meglio pubblicare la sola conclusione. O anche pubblicare un bel niente, a ben vedere.

Conclusione che però in questo caso è in un italiano sgangherato e con una frase allarmante:
"Se l’uso di questo prodotto può provocare conseguenze negative per il consumatore, come un anormale elevato numero di effetti indesiderati, la sottoscritta deve essere informata ecc. ecc.."

Innanzitutto, sei tu valutatore che devi stabilire A PRIORI se un prodotto PUO' provocare conseguenza negative. E' il tuo mestiere.
Inoltre vorremmo sapere come si faccia a considerare un "anormale elevato numero di effetti indesiderati". Anormale elevato.
E' buona norma aprire per OGNI segnalazione di reazione avversa la pratica di  cosmetovigilanza.
Poi si valuta la gravità dell'effetto avverso, il numero di segnalazioni, diversi parametri, insomma.

 Comunque sia, il valutatore deve essere informato fin dalla prima eventuale segnalazione, non aspettare un "anormale elevato numero", che non vuole dire niente: quanto è anormale? quanto è elevato?
Senza considerare che per queste miscele questo valutatore ha a disposizione anche i patch test, che dovrebbero aiutare nella certificazione della sicurezza.

Vi riportiamo un documento decisamente più corretto ed esauriente (che immaginiamo sarà oggetto di svariati copi/incolla):
"CONCLUSIONE DELLA VALUTAZIONE:
1. Conclusioni della valutazione
Prendendo in considerazione:
• La formula qualitativa e quantitativa;
• Il metodo di fabbricazione;
• La stabilità della formulazione cosmetica;
• I dati chimico-fisici, microbiologici e tossicologici degli ingredienti;
• I dati chimico-fisici e microbiologici del prodotto;
• Le possibili interazioni delle sostanze contenute;
• Le schede di sicurezze degli ingredienti utilizzati;
• La scheda di sicurezza dell'aroma/profumo;
• La popolazione esposta al prodotto;
• Le caratteristiche del packaging e le eventuali interazioni contenuto/contenitore
• Il modo di applicazione del prodotto;
• Livello di esposizione del prodotto per il consumatore, prendendo in considerazione i dati tossicologici degli ingredienti;
Ritengo che il prodotto cosmetico in oggetto può essere considerato sostanzialmente sicuro per i consumatori, se usato nelle normali e ragionevolmente prevedibili condizioni d'uso.
La sicurezza d'uso è confermata dal patch test allegato.
Le informazioni relative ad eventuali reazioni avverse dovranno essere raccolte da XXX (persona responsabile) presso il/la quale è attivo un servizio di "vigilanza cosmetica" al fine di gestire i dati riguardanti gli effetti indesiderabili dei prodotti cosmetici immessi sul mercato.
Tutte le eventuali reazioni avverse legate al prodotto dovranno essere riportate immediatamente al valutatore della sicurezza."

Come potete notare, non ci siamo, non ci siamo proprio.
Un PIF così, se è veramente fatto così e non è stato "riconfezionato" per ammaliare il consumatore, dicendo e non dicendo, non passa il vaglio di ispezione neanche dell'ispettore meno preparato.

Naturalmente, nello stesso sito presentano anche una linea di cosmetici, shampoo, balsami e altri prodotti.
E quali sono le peculiarità?

"Questi prodotti sono:
Certificati AIAB, Nickel Tested <1 ppm, dermatologicamente testati
NO GLICOLE NO SILICONI NO SLS O SLES NO OLI MINERALI NO PARABENI"

Ne avevate qualche dubbio?

Ovviamente sappiamo che troveremo altre di queste perle navigando sui diversi siti.

Quello che di sicuro non troveremo mai pubblicato su un sito aziendale è un bel .PDF dell' F24 delle tasse pagate. Ma mai dire mai...







2 commenti:

  1. Salve, come potrei mettermi in contatto con voi?

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    1. Buongiorno, può scrivere alla mail del blog. piccolechimiche@gmail.com

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