“Uomini e topi” è il famoso romanzo di John Steinbeck.
Racconta di due uomini, George e
Lennie. Lennie, è dotato di un'enorme forza fisica che lo rende adatto a
lavorare in un ranch, ma è affetto da un ritardo mentale e non sa controllare la propria forza tanto che
uccide involontariamente i piccoli animali che ama accarezzare, come topi o
cagnolini. Consapevole della propria inferiorità, Lennie trova in George il
punto di riferimento affidandosi completamente a lui; e con l'amico condivide
il sogno di comprarsi un giorno una casetta con dei conigli da allevare.
George, che conosce bene l'ingenuità e la sensibilità di Lennie, lo asseconda
facendogli credere che il sogno della casetta possa diventare realtà.
Come va a finire? Leggetelo, è bello.
Se Lennie è un minus habens, malato,
che non si rende conto di far male e uccidere, come possiamo definire chi
ritiene che per valutare la sicurezza di un rossetto sia necessaria la sperimentazione
su un topolino?
Il valutatore della sicurezza del cosmetico finito ha a
disposizione da tempo test alternativi per fare le sue valutazioni di sicurezza
e infatti, per fortuna, sperimentare un
cosmetico finito sugli animali è vietato.
Ma è vietato da ANNI!!!, dall’aprile
2005.
Da 7 anni e mezzo!
Eppure c’è ancora chi crede che i
cosmetici siano causa di sofferenze per le bestiole.
Cerchiamo quindi di prendere atto che, essendo una
cosa vietata, nessuno la può più fare,
né può commercializzare prodotti che siano stati testati su animali..
Poiché la legge è Europea, non solo la sperimentazione
è messa al bando in tutta l’Europa, ma anche la commercializzazione di un
prodotto, proveniente da altri Paesi dove la sperimentazione è ancora ammessa,è
vietata.
Se nel Regno di Molto Molto Lontano, la sperimentazione
è consentita, il produttore della real casa deve fare una linea di prodotti
appositamente per il mercato Europeo che non sia stata sottoposta a
sperimentazione animale. Chissà che a poco a poco non gli convenga fare solo prodotti non testati…
Questo però ci riporta ad alcuni inganni o tranelli
per il consumatore.
Quando su una scatola di crema vedete la figura del
coniglietto, la scritta “non testato”, “cruelty free” e altre analoghe
rassicurazioni, non fatevi ingannare.
Quel produttore (o fabbricante…) non sta facendo
niente di meglio degli altri, semplicemente vi dice che applica la legge.
Perché, avrebbe alternative?
Secondo questa raccomandazione, si può
utilizzare un riferimento alla non effettuazione di test su animali purchè
questo non tragga in inganno il consumatore, e che chi decida di apporlo debba
dimostrare di non aver testato, fatto testare per suo conto gli ingredienti, o
anche, non aver utilizzato ingredienti sottoposti da altri a sperimentazione
animale al fine di ottenere nuovi prodotti cosmetici.
Questa ultima condizione fa sì che praticamente
nessuno possa avere i requisiti per poter dichiarare che il suo prodotto non
sia in qualche modo, diretto, indiretto, da altri, volontariamente,
casualmente, ieri, dieci anni fa, coinvolto in una sperimentazione.
Quindi coniglietti sorridenti, coniglietti sbarrati,
scritte tipo “non testato su animali”, “cruelty free” “ io sto con gli
ippopotami” e altre analoghe amenità, saranno, finalmente, destinate a
scomparire.
Però se la sperimentazione animale del prodotto finito
è ormai vietata, resta aperto l’aspetto degli ingredienti, che è altrettanto
importante.
Attualmente una certificazione è promossa dalla LAV
Italiana, e prevede l’apposizione di un simbolo (coniglio con le stelline), che
viene definito come “Standard Internazionale Non Testato Su Animali”.
Però la scritta che lo accompagna è un vago “Stop ai
Test sugli Animali” che indica più una buona proposizione generale che una
realtà applicabile specificatamente al cosmetico.
Quindi, come si deduce dallo Standard
stesso e da come viene riportato nei siti che promuovono le case cosmetiche che
lo adottano, la differenza tra un cosmetico certificato e un qualunque altro
cosmetico non è nel fatto che il prodotto finito non sia testato, visto che
tutti i cosmetici non sono testati su animali per legge.
Non è neanche nel fatto, impossibile,
che tutti i suoi ingredienti non siano testati, visto che, come è
inevitabilmente costretto a riconoscere anche riconosce lo Standard stesso
”virtualmente tutti gli ingredienti cosmetici nel passato sono stati sottoposti
in qualche modo a sperimentazioni su animali, e non è possibile obbligare le
aziende ad usare ingredienti che non siano mai stati testati su animali” anche
perché ce ne sono assai poche: è quel MAI testati che frega.
Quindi
l’assioma di base è uno solo: nessun cosmetico è più testato su animali dal
2005, tutti i cosmetici usciti sul mercato dopo il 2005 sono certamente non
testati su animali, ma la stragrande maggioranza degli ingredienti contenuti in
un cosmetico è testata su animali.
Lo standard della LAV certifica solo che
il produttore del cosmetico ha ottenuto dai produttori delle materie prime una
dichiarazione che non sono stati commissionati test da una certa data (a
giudizio del produttore della materia prima, non imposta da alcuna legge, che
non c’è) in poi.
Lo Standard afferma inoltre che le
Società non saranno considerate responsabili per sperimentazioni condotte fuori
dalla loro catena di fornitura su cui quindi non hanno controllo e da dove non
traggono alcun beneficio, e che lo scopo dello Standard è quello di eliminare i
test futuri.
Tutto questo però è ancora fuorviante,
non è sensato considerare Buona, Bella e Brava un’azienda solo perché i suoi
fornitori dichiarano che da un certo momento in poi non hanno commissionato
test, magari per soli motivi di tagli di budget, perché farebbe apparire
Cattiva, Cinica e Crudele un’azienda che non attribuisce molta importanza alle
dichiarazioni, non sempre mosse da spirito ecologico o animalista, dei suoi
fornitori di materie prime.
La realtà è invece che la maggior
parte gli ingredienti usati anche nei cosmetici di case certificate dallo
Standard della LAV, sono state testati su animali, ma la cosa peggiore è che
molti di questi ingredienti verranno ritestate se destinate ad usi diversi dal
cosmetico. Checché ne dica il fornitore.
Purtroppo, anche se tutte le aziende
cosmetiche del mondo aderissero allo Standard della LAV, i test sulle materie
prime non possono essere completamente aboliti finchè non si troveranno test alternativi
altrettanto validi.
La buona intenzione che si deve
riconoscere a chi si certifica allo Standard della LAV è che cerca di fare in
modo che i test prima o poi finiscano. Intenzione. Prima o poi.
C’è da riconoscere, obtorto collo, che sono stati i grandi
centri di ricerca delle multinazionali che hanno messo a punto i test
alternativi sui prodotti finiti e stanno facendo le ricerche per i test
alternativi per gli ingredienti.
Quelle stesse multinazionali
boicottate perché ritenute ancora oggi, dagli ignoranti so tutto io (che non hanno
ancora capito che i test su animali sono vietati da un bel po’), quelle che
continuano a sperimentare sugli animali.
Quindi, le piccole chimiche
suggeriscono ai consumatori di non farsi affascinare da figurine, tenerezze o
proclami riportati in etichetta, e di ricordarsi sempre che nessun animale ha subito maltrattamenti a causa del
sapone che stanno acquistando.
Grazie...molto interessante!
RispondiEliminaCerchiamo di fare informazione senza pregiudizi, dove possiamo.
EliminaGrazie per aver espresso l'apprezzamento.
PC
Bell'articolo, senza falsi preconcetti! Vorrei solo farvi un appunto: è vero che sono proprio le case di produzione tanto osteggiate a cercare metodi alternativi sui test sugli animali per quanto riguarda i cosmetici, ma io ritengo che si stiano ponendo questo problema soprattutto per venire incontro all'opinione pubblica che sollecita ad una cosmesi più ecologica! Quindi bisogna mobilitarsi e battersi per una ricerca con meno impatto su animali ed ambiente, perchè i risultai si possono ottenere!!La spinta del consumatore consapevole è fondamentale per avere una ricerca che si muova in tale direzione!
RispondiEliminaGrazie, Laura. Sì, è realistico pensare che i produttori si diano da fare per cambiare le cose sotto la spinta del mercato, quindi spesso per fini utilitaristici, ma alle fine quello che conta è il risultato.
EliminaE la ricerca per i test alternativi si può fare solo in laboratori attrezzati che solo i centri di ricerca di aziende, e istituti universitari, hanno.
Quasi tutti i cambiamenti sono partiti con una spinta dal "basso", no? Quale che sia il motivo che porta a migliorare, è sempre benvenuto. Mai demordere.
PC